Olympic Games - OG 1948 Maschile

Londra






Scoppiò la seconda guerra mondiale.

Vennero così cancellate le Olimpiadi del 1940 che si dovevano svolgere prima a Tokio, poi ad Helsinki, ed anche quelle del 1944 (che non erano ancora state assegnate).

Nel 1948 a Londra, l’Italia, al contrario di Germania e Giappone, venne ammessa ai Giochi e si presentò con 19 uomini, dei quali 5 erano marciatori.

Infatti, a Londra, forse per i fasti e le speranze dei padroni di casa, la marcia rientrò a pieno titolo nel programma olimpico con due prove, la ormai solita ed usuale 50 Km. e, nuovamente, la 10 Km. riammessa dopo 24 anni di assenza, ma in realtà assente nei Giochi del m1928, 1932 e 1936.

Vediamo cosa accadde.

Km. 10 marcia - 7 agosto 1948

1. John MIKAELSSON (SWE) 45:15.2
2. Ingemar JOHANSSON (SWE) 45:43.8
3. Fritz SCHWAB (SUI) 46:00.2
4. Charles MORRIS (GBR) 46:04.0
5. Harry CHURCHER (GBR) 46:28.0
6. Emile MAGGI (FRA) 47:02.8
7. Richard WEST (GBR)
8. Giuseppe DORDONI (ITA)


Gli iscritti furono 19, provenienti da 10 paesi.

Diciamo subito che sul risultato della 10 Km. ancor oggi non c’è certezza.

La classifica riportata è quella che appare negli annali della IAAF e che, come si noterà presenta i tempi fino al sesto arrivato.

Mikaelsson stabilì il Record Olimpico nella prima batteria, con il tempo di 45:03.0 con Morris al secondo posto in 45:10.4 davanti a Maggi (45:44.2) e Dordoni (46:25.8). Tutti furono comunque più veloci di Churcher, vincitore della seconda batteria in 46:26.4.

Sia Churcher che Werner Hardmo (SWE), quest’ultimo da molto tempo detentore del record mondiale, vennero richiamati parecchie volte dalla giuria (con quelle che oggi si chiamano “palette gialle”).
La finale si disputò dopo che la pista venne a mala pena asciugata a seguito di un improvviso acquazzone.

Mikaelsson dominò la gara vincendo con oltre 100 metri di vantaggio sul connazionale Johansson che aveva raggiunto la coppia dei beniamini di casa inglesi dopo metà della gara.
Hardmo fu squalificato, mentre Schwab, figlio del vincitore dell’argento nella Km. 50 del 1936 Arthur, terminò la gara in crescendo riuscendo ad ottenere la medaglia di bronzo.

Gli italiani in gara furono due: il giovane piacentino Giuseppe (per tutti Pino) Dordoni, allora 22enne, atleta dallo stile limpido ed impeccabile, ed il catanese Gianni Corsaro, di un anno più anziano del compagno di squadra.
Entrambi nelle batterie si classificarono in quarta posizione.
Nella finale partirono molto veloci con i primi per poi calare progressivamente.

Nei loro incontri successivi, spesso riaffiorava il dibattito di chi era arrivato prima in quella 10 Km.: ora, purtroppo, dobbiamo affidarci solamente agli annali della IAAF, che è quello presentato e di altri editori che indicano Corsaro in 7° posizione e Dordoni in 9° posizione.

Km. 50 marcia – 31 luglio 1948

1. John LJUNGGREN (SWE) 4:41:52
2. Gaston GODEL (SUI) 4:48:17
3. Tebbs LLOYD-JOHNSON (GBR) 4:48:31
4. Edgard BRUUN (NOR) 4:53:18
5. Harry MARTINEAU (GBR) 4:53:58
6. Rune BJUSTROM (SWE) 4:56:43
7. Pierre MAZILLE (FRA) 5:01:40
8. Claude HUBERT (FRA) 5:03:12

Parziali

Ljunggren: 10 Km. 52:18
20 Km. 1:45:25
30 Km. 2:30:46
40 Km. 3:42:33

Godel: 10 Km. 55:56
20 Km. 1:54:06
30 Km. 2:50:20
40 Km. 3:49:51

Lloyd-Johnson: 10 Km. 56:08
20 Km. 1:53:12
30 Km. 2:48:41
40 Km. 3:49:10

Bruun: 10 Km. 53:45
20 Km. 1:50:53
30 Km. 2:48:55
40 Km. 3:53:06

Martineau: 10 Km. 54:03
20 Km. 1:50:41
30 Km. 2:48:51
40 Km. 3:53:03

Bjustrom: 10 Km. 54:30
20 Km. 1:52:45
30 Km. 2:51:36
40 Km. 3:56:36


Gli iscritti furono 22, provenienti da 10 paesi

Ljunggren dominò la gara, conducendo dalla partenza avendo già stabilito un vantaggio di 40 secondi fin dal 5 Km.
A circa metà gara (25 Km.) il vantaggio era di quasi 5 minuti. Egli vinse indisturbato con 6:25 davanti a Godel che guadagnò oltre un minuto sull’allora terzo classificato negli ultimi 10 Km.
Lloyd-Johnson era finito 17° nel 1936, all’età di 36 anni, e divenne a Londra il più anziano medagliato di sempre all’età di 48 anni e 115 giorni.
Rex Whitlock, fratello più giovane di Harold Whitlock, era in seconda posizione a metà gara, ma si ritirò al Km. 35, così come l’italiano Valentino Bertolini, che aveva il miglior tempo dell’anno (4:25:37) che pure non riuscì a terminare la gara, colpito da un violento attacco di appendicite.

Gli altri italiani in gara furono, oltre al già citato torinese Bertolini, Franco Pretti (sardo di origine, ma romano d’adozione), che ritornò a gareggiare ben sedici anni dopo la sua prima apparizione alle Olimpiadi di Los Angeles e Salvatore Cascino, che era il più giovane del terzetto con i suoi 31 anni.
Anche Pretti fu costretto ad abbandonare la gara poco dopo il Km. 26.
Il solo che terminò la 50 Km. fu Salvatore Cascino che si classificò 14° nel tempo di 5:10:03 a poco più di 38 minuti dal vincitore.

Ljunggren però non riuscì a migliorare il record olimpico stabilito da Whitlock a Berlino nel 1936, ma sconfisse ugualmente l’inglese che fu costretto al ritiro.

Per i colori italiani fu questa la prima apparizione olimpica di Pino Dordoni, che avrebbe dovuto, i seguito, scrivere alcune delle pagine tra le più belle della nostra storia nella marcia.