24/01/2017   Roma (ITA): Shaul Ladany alla "Corsa della Memoria"






Ottanta anni, ingegnere e matematico, professore emerito di una delle già prestigiose università israeliane, marciatore che ha vissuto la storia e macinato chilometri in marcia: stiamo parlando di Saul Ladany il sopravvissuto al campo nazista di Bergen Belsen quando aveva appena 8 anni, e poi, quasi un tema dal film “Il postino bussa sempre due volte”, all’eccidio dei Giochi Olimpici di Monaco 1972.

 

È a Roma dove domenica 22.1.2017 ha partecipato alla "Corsa della Memoria", che ricorda la data simbolo della fine della Shoah, quella della liberazione di Auschwitz (27 gennaio). 

 

Ricordiamo con l’occasione il bellissimo libro scritto sulla sua vita di uomo ed atleta dal giornalista di Tuttosport, Andrea Schiavon, “Cinque cerchi ed una stella” pubblicato nel 2012 e che nel 2013 ricevette il prestigioso premio Bancarella Sport. 

 

Da quando aveva 50 anni Ladany il giorno del suo compleanno marcia la stessa distanza del suo compleanno.

Alla richiesta del perché lo faccia ha risposto che lo fa, ma non per qualche motivo particolare. Ha citato una frase che usualmente si dice in Israele: “Non so perché amo mia madre, ma la amo”. 

 

Questa è anche l’essenza dell’amore per la marcia. Non sapere il perché ma amarla comunque.

 

Terminiamo questo breve ricordo di Saul Ladany con un aneddoto raccontato da Andrea Schiavon, che speriamo ci perdonerà per non averlo contattato in precedenza: “L’ho visto in famiglia e ho chiesto alla sua nipote più grande, Shaked, cosa pensa di un nonno che si ostina ad alzarsi all’alba per andare a camminare per ore”. "Nessuno dei miei amici ha un nonno così", ha risposto lei, dopo averci pensato un po’ su”.

 

Grazie di essere stato fra noi Professor Ladany.

 

 


 

Per i soli lettori Italiani, il ricordo di Vittorio Visini, postato su Facebook della presenza di Shaul Ladany a Monaco e dei suoi incontri con Pamich, Carpentieri, Visini e il CT della marcia di allora, Giuseppe Dordoni.

Grazie Vittorio per aver contribuito con un tocco personale di far conoscere un pò di più questo grande personaggio umano.

 

 

 

Nella giornata della memoria un amico non dimenticato...

Si parla e si scrive tanto di Shaul Ladany, marciatore israeliano, che ho conosciuto agli inizi degli anni 1970 alla classica gara di Sesto San Giovanni per poi rivederlo alle Olimpiade di Monaco dove abbiamo fatto più di un allenamento insieme e ricordo ancora oggi che aveva una foto di una gara che aveva portato con se per darmela, ma che non mi ha mai consegnato .. erano giorni di preparazione alle gare, lui doveva fare la 50 Km. come me.
Quello che mi ha colpito era la sua gentilezza ed il modo di stare con noi marciatori italiani, vedi Pamich e Carpentieri, il rispetto e la stima che aveva nei confronti di Dordoni il quale era prodigo di consigli oltre a rifornirlo negli allenamenti essendo sempre solo e senza un tecnico che lo seguisse.

Un ulteriore particolare mi colpì: mai una volta che girasse per il Villaggio Olimpico dopo le 16 del pomeriggio come se il buio della sera per lui era da evitare, ed io non riuscivo a capire. Poi successe quello che ormai è storia e tutto mi fu più chiaro e capii... noi marciatori, naturalmente, speravamo che Ladany si fosse salvato dall' eccidio.

Dalla stampa riuscimmo a sapere che si era salvato ed era rientrato in Israele; questo per noi che abbiamo macinato kilometri e buttato sudore insieme e parlato tanto in italiano visto che lui conosceva la nostra lingua ... ci riempì di gioia.

 


 

 

(foto di Andrea Schiavon - Tuttosport - ITA)

 

 

 

 

La nostra notizia del 23.7.2013: clicca qui

 

 

 

 

Andrea Schiavon per Marcia dal Mondo del 3.8.2013: clicca qui

 

 

 

 

 

 

Shaul Ladany con Antonella Palmisano e Elisa Rigaudo (by Andrea Schiavon)

 

 

 

 

Shaul Ladany con Abdon Pamich a Roma (by Andrea Schiavon)

 

 

 

 

Shaul Ladany