21/04/2017   Alcune domande a Maurizio Damilano






INTRO: Nei giorni passati abbiamo letto molte informazioni contrastanti e poco coerenti sull’andamento effettivo della vicenda legata alla ventilata esclusione della 50 Km dal programma di gara in atletica. Abbiamo quindi voluto rivolgere alcune domande a Maurizio Damilano (chair person del RWC IAAF) per una maggiore chiarezza.

 

Legenda: MdM sta per Marcia dal Mondo - MD sta per Maurizio Damilano

 

 

MdM:  A proposito della vicenda della 50 Km si è letto di tutto e di più sui social media in questi ultimi tempi, ci può dire come effettivamente sono andate le cose?

 

MD: Sì, é forse giunto il momento di fare un po’ di chiarezza visti i tanti interventi poco informati che sono circolati in questi ultimi tempi. Interventi che hanno probabilmente compromesso un risultato anche migliore e più definitivo.

Intanto quando si interviene è necessario farlo conoscendo esattamente i fatti e non utilizzando documenti parziali per trarne delle deduzioni conclusive.

Il quadro che era stato presentato al RWC era decisamente molto allarmante sino alla ipotesi minacciosa di una completa esclusione della marcia dal programma olimpico, ed era stata definita la necessità di presentare comunque dei suggerimenti. Le prime “provocatorie” idee sono state seguite da un ampio e approfondito dibattito che è continuato nei due mesi che hanno separato la riunione del RWC dal Consiglio IAAF di Londra, e lì abbiamo concluso in modo forte ed appassionato questo nostro lavoro.

Pur non potendomi esprimere oltre avevo detto in un’intervista prima di Londra che sui media sociali si stava discutendo su cose per nulla definitive, su delle opzioni, ma che il nostro obiettivo era difendere la specialità. E’ quanto meno poco intelligente pensare che il lavoro del RWC non sia a supporto della marcia. 

A volte però per raggiungere il risultato sperato serve percorrere strade  e strategie che permettano di dare forza all’obiettivo da centrare (Giuseppe Tomasi da Lampedusa lo aveva già scritto nel Gattopardo: “cambiare tutto per non cambiare nulla”, ecco la strategia). Non partire da delle alternative, per quanto bizzarre possano apparire, rischiava unicamente di chiudere il dialogo e compromettere le opportunità di un risultato positivo. 

Per meglio intenderci, dire: “o così o nulla”  non facilita la negoziazione.

 

MdM: Si è letto che non avete risposto a domande dirette, è così?

 

MD: Non vi è mai stato motivo di non rispondere o non far circolare notizie se non quello di permettere al confronto e dibattito interno al RWC di giungere a mettere a fuoco una proposta definitiva. Capisco che esternamente la cosa può essere stata vista in modo sospetto, ma non ho difficoltà a dire che siamo stati colti di sorpresa anche noi, ed era necessario portare avanti una discussione interna al Comitato per formulare la migliore difesa e non fermarci di fronte al poco tempo avuto in riunione per discutere un tema così importante, e alle pressioni del momento. 

Ripeto però che spesso si dicono e si scrivono cose senza avere le informazioni complete.

 

MdM: alla fine però il risultato è stato raggiunto.

 

MD: Sì, e non credo che il tema adesso sia quello di chi si deve prendere i meriti.

Io sono ben disposto, così come tutti i membri del RWC, a prendermi tutte le critiche se i risultati sono questi, ma ciò che considero poco coerente in molte delle cose lette e nei metodi utilizzati facendo circolare documenti non definitivi, è la poca onestà intellettuale che ancor più si evidenzia nel dopo Consiglio con commenti che per l’ennesima volta sono esclusivamente personalismi. 

Come ho detto è però il risultato centrato ciò che conta, e questo nessuno lo può togliere a tutto l’insieme della famiglia della marcia.

 

MdM: cosa succederà adesso?

 

MD: Intanto il Consiglio IAAF ha assunto la decisione di sostenere presso il CIO la difesa del programma atletico così come oggi è, ossia con incluse le due 20 Km e la 50 Km. Seguiremo innanzitutto questi sviluppi.

Probabilmente sarà necessario nei prossimi mesi e prossimi anni ragionare a fondo tutti insieme sul futuro della disciplina, partendo probabilmente dall’impegno di ognuno nel far sì che in ogni nazione vi sia una forte difesa della marcia. Guardare al futuro è indispensabile, così come modernizzare e innovare la disciplina mantenendone le radici nel solco della sua identità tecnica.

Uno degli appunti principali avversi alla 50 Km (di cui stranamente nulla si è letto!) non era quello della qualità della partecipazione a livello olimpico o mondiale, della soggettività nel giudizio, oppure del noto nodo della non equità di genere per questa prova (naturalmente argomento da affrontare), ma dello scarso appeal registrabile attraverso la sempre più scarsa partecipazione, quando non addirittura annullamento della distanza, nei vari Campionati Nazionali. Probabilmente la difesa a livello locale e non solo dovrà partire  proprio da una maggiore partecipazione alle gare.

Ho visto che “Marcia dal Mondo” ha evidenziato nei giorni scorsi come in questa prima parte di stagione nel mondo si sono svolte 12 gare di 50 Km, con una partecipazione totale di 238 uomini e 25 donne. Di queste 12 gare 5 si sono svolte in Europa con un totale di partecipazione di 74 uomini e 3 donne. Numeri sui quali riflettere! Tanti? Pochi? Dipende dai punti di vista e dal modo di interpretare i numeri, ma ci aiuta a capire perché forse a volte le azioni sono più importanti delle parole. Vorrei concludere dicendo, e ricordando, che l’unico obiettivo del RWC e di tutti i suoi membri è poter essere propositivi nei confronti del Consiglio IAAF, sostenere la marcia e aiutare l’attività a progredire perché il nostro sport sia sempre più popolare all’interno e fuori del sistema atletica.

 

 

(Foto di copertina by Getty Images)