11/09/2017   Dodici ore con Antonella Palmisano, Francesco Fortunato e Lorenzo Dessì






Ah però che macchinina che hai !

 

Sembra quasi essere preso per i fondelli nel guardarla la mia Audi A3 a due porte del 2005, tenuta bene certamente e sempre revisionata, ma pur sempre dodicenne.

Inizia con questa considerazione l’incontro con Francesco Fortunato poco prima di incontrare in Piazza dell’Unità d’Italia, Antonella Palmisano e il futuro marito Lorenzo Dessì in questa due giorni triestina.

 

Lei con i capelli ricci da bellezza mediterranea sciolti al venticello che soffia dalle rive e lui, simpatico come sempre.

Sono assieme ad un amico comune, che accultura Lorenzo sui vini locali.

Si parla di “Vitovska” vino locale che ha un colore giallo paglierino a volte con riflessi dorati, (soprattutto nel caso in cui si scelga l’affinamento in legno di rovere) e di “glera a bacca bianca” che è la componente base del “prosecco”, diatriba che divide i produttori locali del Carso da Trieste a Monfalcone da quelli Veneti da Conegliano a Valdobbiadene sul nome. 

Cambia poco, intervengo, sempre buono è.

 

L’amico comune, personaggio sportivo molto noto, ci accompagna in una delle tante piccole mescite di cui è tappezzata la zona storica attorno alla Piazza dell’Unità d’Italia e  l’assaggio è d’obbligo.

Lei sembra titubante, ma poi accetta, anche spinta da Lorenzo (“tanto mica gareggi domani”) mentre lui, il rubacuori pugliese, insiste per la sua acqua minerale. Non sa cosa si è perso!

 

Poi arrivano i bersaglieri, i discorsi sul palco, gli obblighi con gli organizzatori e via.

A domani, con la speranza che il colonnello Mocio delle previsioni del tempo, si sbagli almeno per una volta.

Nulla di più sbagliato: il colonnello Mocio non sbaglia e purtroppo si preannuncia una mattina infernale.

 

Stanno per partire i ragazzini e lei la madrina Antonella è lì con loro.

Passa un giro la troviamo accanto ad un tipetto con una shirt gialla che ricorda quella delle Fiamme Gialle vestita da Antonella. Lui sorride compiaciuto. Quando mai avrà pensato di marciare un giorno accanto ad una che un mese fa era stata medaglia di bronzo ai Campionati Mondiali di Londra. Eppure ogni tanto i sogni, anche quelli più strani e bizzarri, si avverano.

Lasciamo alla foto qua sotto il senso di questo sogno da ragazzino: grazie Antonella per averlo fatto sognare.

 

 

 

Non è così fortunato (anche se il cognome farebbe pensare diversamente) il nostro Francesco da Andria, per tutti Effe.

Lui deve marciare 10km nel mentre la pioggia si trasforma in diluvio.

 

Finalmente si va a mangiare in sei, in un bellissimo locale sul lungomare di Trieste in quel di Barcola dove fino a 20 giorni fa le bellezze Triestine passeggiavano in bikini.

Te l’avevamo detto, caro Effe, che hai sbagliato posto per passare le vacanze, non è a Potsdam in Germania dove dovevi andare, ma qui sul lungomare di Barcola. Credimi ne sarebbe valsa la pena!

 

Tra antipasti, spaghetti alle vongole e fritti misti o carpaccio di tonno si consuma ancora il rito del vino, ma ora è lei a bere acqua, mentre Effe ci da dentro assieme a Lorenzo e a me, mentre le nostre due compagne Bellunesi annaffiano il loro risotto, che sembra buono, con acqua. Roba da scandalo, ma purtroppo 220km ancorché di autostrada sotto la pioggia lo impongono.

 

E qua tra una chiacchierata di marcia e una di personale, Antonella si scioglie.

Si scivola sul matrimonio.
"Lorenzo vedi di non perdere troppi capelli prima": lui si schermisce, poverino, ma è mica lui che decide.

E poi scivola su una delle sue più forti avversarie: Liu Hong, oggi in maternità.

"Prima o poi sarà anche il tuo turno, Antonella", dico io.

"Sono già in ritardo", ribatte subito lei.

La due bellunesi saltano sulla sedia.

"Il problema", aggiunge lei con un sorriso, "è il contratto che ho fatto con Patrick" !

"Patrick ci mette il cuore e l’anima nell’allenarmi. Per due anni, quelli bui degli infortuni, mi ha aiutato, ed io gli sono riconoscente, non posso abbandonarlo ora per un anno.

Non posso tradire le sue aspettative e il nostro contratto.

Perché io voglio allenarmi con Patrick"!

 

Già la riconoscenza, questo vocabolo misconosciuto da molti, (anche nel piccolo mondo della marcia italiana e triestina) usato spesso solo quando c’è un tornaconto personale, mi fa prendere un crampo allo stomaco ricordando fatti di un anno fa e poco più.

Resisto, ma quante volte ho sbagliato nella vita credendo nell'esistenza della riconoscenza, ed oggi lei, questa campionessa di Mottola, me la spiaccica là sul piatto, riponendomi il dubbio se esiste o meno.
Forse oggi ho capito anch'io che gli insegnamenti di mio padre, pugliese come lei, erano figli di quella terra in cui parole come onore e riconoscenza hanno un peso intimo e non solamente esteriore. 

 

Ma lei con un sorriso sulle labbra ha già capito le mie difficoltà mentre io volgo gli occhi su Lorenzo che sorride ed alza il bicchiere di vino bianco.

Pacta sunt servanda” dicevano i latini, e non per nulla è diventato un principio fondamentale del diritto civile e internazionale, ma sentirlo dire da lei, da questa 26enne di Mottola che ci ha raccontato la sua crescita sportiva e sentirci dire che il tutto è eventualmente rimandato a dopo Tokyo, ci fa venire la pelle d’oca.

 

La tua lezione di stile, Antonella, non è solo quella nella marcia del passo dopo passo.

Invidio il mio amico Patrick uomo fortunato!

Avessi quarant'anni di meno invidierei anche Lorenzo.

Grande terra quella della Puglia da Orta Nova, nel tavoliere da dove mio padre è emigrato nel 1939 a quella di Andria e Mottola che ci ha regalato questi gioiellini di marcia.

 

Salutiamo ora le amiche comuni Bellunesi e visto che la pioggia sembra darci tregua, via verso il Colle di San Giusto. 

Visita alla Chiesa, al campanile, vista sul castello, foto di rito.

Qualche spiegazione sul Porto Franco Triestino dopo l'editto del 18.3.1719 da parte di Carlo VI, padre di Maria Teresa d'Austria, sulla nascita della "grande Trieste", e poi via per una visita alla Foiba di Basovizza a spiegare che cosa ha significato l’esodo per Trieste.

Resta ancora il tempo per una buona birra artigianale in un agriturismo di Bagnoli della Rosandra.

 

Eh si, cari amici si vive bene quassù in questa zona di confine.

Poi di nuovo verso Piazza Unità d’Italia dove ci aspetta il van che li porterà in aeroporto.

 

Un ultimo saluto e un augurio ad Antonella. In Cina, assieme a Brigita Virbalyte-Dimsiene (LTU),  e Viktoria Madarasz (HUN) siete una gran bella squadra. Potete lottare per il podio e sognare.

E se non sapete ancora il nome da dare al vostro team, ve ne suggerisco io uno: Marcia dal Mondo team. 

Pensateci, sarà apprezzato da molti laggiù.