07/03/2018   Intervista con Patrizio Parcesepe, l'allenatore del momento in Italia






Patrizio Parcesepe è l'allenatore del momento in Italia.
Tra il 17 febbraio ed il 4 marzo 2018 tre suoi atleti hanno vinto il titolo di Campione Italiano nelle gare indoor e nel Campionato Italiano della 20km su strada.
Lo abbiamo sentito in questa piacevole intervista.
 
Intanto i suoi personal best da atleta
 
 
Evento Risultato  Luogo Data
       
10.000m. pista 41:15 Roma, ITA 22.06.1995
20.000m. pista 1:28:56 Roma, ITA 04.04.1993
20km strada 1:25:15 Molfetta, ITA 14.05.1995
50km strada 3:59:15 Maranello, ITA 01.03.1998

 

 
 
 

 

 
1.- In tre settimane tre atleti allenati da te hanno vinto il titolo italiano assoluto. Spiegaci le ragioni di questi successi.
 
Credo sia solo una coincidenza tra calendario, programmazione ed obiettivi. Quando programmo l’attività agonistica degli atleti cerco di far coincidere gli obiettivi tecnici, le direttive federali, l’attività delle società sportive sulla base dei calendari agonistici, senza dare particolare attenzione ai riscontri mediatici che ne possono derivare. Nella fattispecie, poi, la partecipazione ai Campionati Italiani indoor era a discrezione degli atleti.
 
 
2.- Gli atleti da te allenati mostrano in gara una tecnica di marcia sempre più simile a quella definita “classica” rispetto a quella che alcuni tuoi colleghi, anche stranieri, definiscono “moderna”. Ci dici il tuo pensiero al riguardo.
 
Innanzitutto esiste la regola 230 del RTI. Solo nel rispetto di questa regola si possono avere diverse applicazioni tecniche, ma è difficile avere interpretazioni molto “allargate”. Mi piacerebbe insegnare un modello tecnico che si discosti da fraintendimenti e che sia il più netto possibile. Tempo fa, un grande campione del passato mi disse che avere una buona tecnica è un vantaggio nei momenti caldi delle competizioni. Io aggiungo che vedere un gesto chiaramente pulito è sempre una buona pubblicità per la nostra specialità.
 
 
3.- Un vecchio adagio nella marcia diceva: “Non basta vincere, bisogna vedere anche come si vince”. Sei d’accordo o pensi che una vittoria vale qualsiasi compromesso perché dopo non se ne ricorda nulla nessuno?
 
Per quanto mi riguarda la saggezza contadina rappresenta una fonte di ispirazione etica e comportamentale, per cui la mia filosofia di coaching è fortemente legata al lavoro quotidiano e al rispetto dell’uomo che è dietro l’atleta. A mio avviso lo sport rappresenta uno dei pochi baluardi di una pedagogia scevra da condizionamenti e compromessi. Per cui preferisco una sconfitta che rispetti i miei principi ad una vittoria di cui vergognarmi.
 
 
4.- Alcuni già ti definiscono il “nuovo guru” della marcia in Italia, avvicinando la tua persona alla fase iniziale dei successi di Sandro Damilano. Cosa ti ha insegnato negli anni il tecnico piemontese e cosa gli invidi.
 
L’invidia è un sentimento che fortunatamente non mi appartiene e per essere guru mi mancano barba e capelli. Scherzi a parte, non credo di poter essere paragonato per il numero delle medaglie vinte ad un tecnico come Sandro Damilano, per il quale ho rispetto e al quale ho cercato di ispirarmi per l’attenzione ai particolari e la dedizione agli atleti. Nei primi anni della mia professione di allenatore ho avuto la fortuna di frequentare tecnici come Sandro, ma anche come La Torre, Pastorini, Visini e da ognuno di loro ho cercato di apprendere il più possibile. Non tutto si impara dai libri, alcuni aspetti possono essere appresi solo attraverso il dialogo e il confronto con gli altri. Non dimenticherò mai delle “chiacchierate” conviviali fatte con il prof. Carlo Vittori….   
 
 
5.- Veniamo alle relazioni tra mezzofondo e marcia. Ad indirizzare alla marcia dei mezzofondisti ci avete provato in due tecnici (tu e Gianni Perricelli) con tre atlete, tutte donne, (Adelina De Soccio, Margherita Crosta e Fatima Lotfi). Descrivici le difficoltà di questo eventuale percorso.
 
La marcia e il mezzofondo/fondo sono specialità che possono avere in comune alcuni aspetti fisiologici, ma che le differenze meccaniche rendono diverse da un punto di vista muscolare e metodologico. Purtroppo la mia esperienza con atlete ex mezzofondiste non può portarmi a fornire un protocollo di lavoro o a delle difficoltà univoche, soprattutto perché parliamo di atlete che da un punto di vista antropometrico sono completamente diverse. Devo comunque dire che sono state entrambe delle esperienze stimolanti attraverso le quali ho appreso l’importanza di avere un feedback continuo con l’atleta.
 
 
6.- Una volta a Sesto San Giovanni in un esame da tecnico venisti affiancato ad un giudice internazionale straniero per confrontare la tua valutazione della gara con la sua e poi discuterne. Secondo te la visione del giudice è diversa da quella del tecnico o è solamente complementare.
 
Come detto la marcia è una specialità dell’atletica il cui gesto tecnico è disciplinato da una regola e il rispetto della quale deve essere valutato da giudici. Credo che sia un concetto molto semplice, per cui eventuali equivoci siano frutto di cattive interpretazioni.
Ricordo molto bene l’esperienza di Sesto San Giovanni e ricordo che feci una fatica incredibile a valutare “tutti” gli atleti in gara, sapendo che il mio giudizio poteva inficiare il lavoro che c’è dietro ad ogni atleta. Credo sia formativo riuscire a vivere esperienze diverse da quelle che giudici e tecnici vivono normalmente.
 
 
7.- Cosa pensi della 50km riservata alle donne. E' un sogno avere presto un tempo sotto le 4 ore?
 
Credo che l’introduzione della 50 km sia un applicazione piena del sesto principio della carta olimpica, in merito alla parità di genere. Per attitudine caratteriale le donne sono portate a sopportare grandi sforzi, per cui credo che su questa distanza assisteremo ben presto a prestazioni molto al di sotto del fatidico muro delle 4 ore.
 
 
8.- Dopo il successo di Antonella Palmisano lo scorso anno alla “Quattro giorni di Around Taihu in Cina” quando pensi di inviare una squadra maschile del “ParceTeam” a gareggiare lì  in Cina?
 
Sarebbe molto bello anche se non saprei quando. Sicuramente non per quest’anno … infatti nello stesso periodo il ParceTeam avrà un altro impegno, anche se le “convocazioni” della Capitana (ndr: matrimonio) devono ancora arrivare.

 

 

 

Patrizio Parecesepe con Massimo Stano a Roma il 4.3.2018
(foto di Filippo Calore, ITA)