13/06/2019   Massimo Stano intervistato da Marcia dal Mondo






Il personaggio del giorno in Italia è Massimo Stano.

Marcia dal Mondo lo ha intervistato.

 

 

 

Quando hai incominciato con l’atletica?

 

Tutto è iniziato quando facevo la 5 elementare, mi piaceva fare delle gare di velocità tra 2 rampe di scale, più o meno 50m (vincevo quasi sempre). 

Un giorno ho visto un volantino che parlava di Atletica e ho voluto subito provare!

 

 

Chi è stato il tuo primo allenatore e perché hai scelto la marcia?

 

Il mio primo Allenatore è stato Giovanni Zaccheo. Lui mi ha fatto provare tutte le specialità ma ha notato subito la mia predisposizione alla marcia. 

Ero bravino nella altre specialità, ma la marcia mi regalava le soddisfazioni più belle. 

Tra l’altro io amo la marcia perché è l’incrocio tra “fatica” e “tecnica”, come mi piaceva dire al mio allenatore. Forse per questo mi sono subito appassionato.

 

 

Come sono stati i tuoi “rapporti” da giovane con i giudici?

 

Da U16 abbastanza traumatico fu l’anno 2008. Ai campionati italiani U16 a 500m dall’arrivo, è arrivata la mia prima squalifica (allora non esisteva la regola sulla penalità). Ed io arrivavo a quei campionati con il record italiano 4000m cadetti 17:07 (tutt’ora imbattuto).

 

 

Quando hai pensato di poter avere successo?

 

Agli europei U23 ho iniziato a credere di poter valere qualcosa.

Nella gara ero arrivato quarto con 2:00 di personal best (1:25:25) nonostante fossi arrivato a quella prova in condizioni “pietose”. I successivi eventi della vita fecero sì che il quarto posto, a seguito di altrui problematiche legate al doping, diventasse un argento.

 

 

Sei contento delle tue prestazioni da junior?

 

Da junior sono arrivato 5° ad un europeo, e 13° al mondiale.

Diciamo che sono abbastanza contento perché allora come oggi avevo dato sempre il massimo.

 

 

Dal 2016 ci è stato un cambio allenatore, perché?

 

Avevo fatto un primo passaggio di testimone da Zaccheo ad Alessandro Gandellini con trasferimento a MIlano.

Purtroppo una serie di infortuni Gandellini non ha potuto fruttare quello che entrambi speravavo.

Ho chiesto quindi a Patrizio Parcesepe di prendere load mia guida tecnica.

Ulteriore trasferimento a Roma, ma lì  ho trovato il “Trinomio” perfetto (Allenatore-Gruppo di lavoro-Struttura).

 

 

La tua grande sconfitta: quella di cui ricordi ancor l’amarezza?

 

Nella mia mini carriera la “sconfitta” più dura da affrontare è stata la squalifica pochi giri prima della fine dell gara ai Campionati Italiani Assoluti  di Trieste nel 2017.

Quella squalifica mi ha precluso la qualifica per i Campionati Mondiali di Londra, dove non ho partecipato. Penso avrei potuto far bene perchè ero in crescendo.

 

 

Negli ultimi due anni in quale gara hai sentito sensazioni più belle?

 

Potrei dire Taicang in Cina ai Campionati Mondiali a Squadre.

Vorrei dire Berlino ai Campionati Europei.

Ovviamente però oggi non posso che dire la gara di La Coruna che mi ha regalato il Record Italiano 

E’ la gara che aveva un parterre di atleti unico al mondo e mancava solamente il Campione Mondiale Eider Arevalo.

Ho sentito sensazioni impensabili e indescrivibili, non credevo potessi andare così forte anche se qualcuno me lo diceva: buttati che vali.

Vedremo cosa riserva il futuro…