05/10/2019   Doha (QAT) - Vince ancora il Giappone con Toshikazu Yamanishi






Quello che due settimae fa sarebbe sembrato impossibile si è avverato.

Il Giappone ha completato la 20km maschile ai Campionati mondiali di atletica leggera di Doha 2019 con  una seconda vittoria dipo quella di Yusuke Suzuki sulla 50km grazie ad una prestazione imponente del leader mondiale Toshikazu Yamanishi.

Il 23enne occhialuto ha preso il controllo della gara attorno agli 8km ed il suo vantaggio non non è mai stato messo in discussione mentre domava il caldo e l'umidità per andare a cogliere l'oro in 1:26:34.
Vasily Mizinov, l'atleta neutrale autorizzato, ha vinto l'argento con un'ultima frazione di 5km di 20:53. Perseus Karlstrom, che aveva lanciato una forte sfida nel terzo quarto della gara andando vicino a Yamanishi (16"), ha conquistato il bronzo in 1:27:00.
 
 
La gara
 
Il gruppo di 52 uomini è partito alle 23.30 sulla Corniche, coprendo i 20 giri da 1km mentre la temperatura era di 32°C e l'umidità del 73%.
 
 
5km
 
I partenti hanno adottato un approccio cauto, coprendo i primi 5 km alle 22:25 guidati dalla medaglia di bronzo olimpica australiana Dane Bird-Smith.
Dietro a lui altri 20 atleti tra i quali tutti i favoriti per la vittoria
 
 
 
 
 
 
Tra i 5km ed i 10km
 
 
Le prime mosse significative sono state fatte dal campione del mondo 2016 U20 nei 10.000m marcia su pista, Callum Wilkinson (GBR).
Successivamente Wang Kaihua (CHN) vincitore dei Giochi Asiatici è andato in testa a fare l'andatura ed  ha lasciato per un paio di giri il gruppo ad una distanza di circa 40-50 metri,
A questo punto di gara il gruppo di testa era composto da Wang Kaihua (CHN), Koki Ikeda (JPN), Massimo Stano (ITA), Callum Wilkinson (GBR) e Toshikazu Yamanishi, che all'inizio dell'anno ha registrato il quarto tempo più veloce della storia con un tempo di 1:17:15 ottenendo il titolo asiatico. E'  stato proprio Yamanishi il primo a rispondere alla spinta dell'atleta cinese.
 
La metà gara è stata raggiunta in 46:06 da Yamanishi - che non mostrava alcun segno di angoscia e fatica - a circa 17 secondi di distanza dal gruppo di inseguitori, che ora includeva anche la turco Salih Korkmaz, la medaglia d'argento europea U23 che li aveva raggiunti da poco.
 
Nel frattempo erano già finiti per due minuti nella Penalty Zone José Alejandro Barrondo (GUA) e José Leyver (MEX) che saranno successivamente squalificati.
 
 

Tra i 10km ed i 15km
 
 
Il giapponese, che potrebbe essere uno dei nomi di spicco delle Olimpiadi di Tokyo 2020, continua per i  prossimi 2km  con i seguenti parziali: 4:20-4:21. La sua andatura è però rallerntata dai 4:15/km che aveva sfoderato quanto aveva superato Wang Kaihua agli 8km e che aveva mantenuto per ancora un giro ha tenuto un vantaggio di 13 secondi su un gruppo contenente il cinese, Karlstrom, Stano e Ikeda. 
Magistralmente guidato dal suo team ad ogni rifornimento cambia la sua "collana ghiacciata" e l'analogo cappellino e beve.
 
 
 
 
A 12km il vantaggio di Yamanishi è ridotto a 12 secondi, ma qui scatta il primo fatto importante della gara.
 
La giuria che aveva già sanzionato con due red cards nel giro precedente sia Caio Bomfin che Massimo Stano costringe quest'ultimo a scontare due minuti nella Penalty Zone a seguito di tre cartellini rossi per mancanza di contatto.
In calce a questa news le sue dichiarazioni all'arrivo: una sintesi cruda e spietata, ma che certamente gli fa onore.

 
L'atleta giapponese conntinua con il suo passo e passa ai 15 km (1:05:28) cun un vantaggio che è tornato ad essere di 15 secondi.
 
 
 
 
 
Dietro a lui: Perseus Karlstrom che copre il 15° km di in 4:07  (1:05:43) con un netto vantaggio di 12 secondi su Salih Korkmuz, che ora è terzo (1:05:55).
 
Anche Caio Bomfin (BRA) riceve la terza red card e sconta la sua penalità di 120 secondi, mentre José Carlos Mamani (PER) viene anche squalificato dopo esser stato fermato nella zona di penalità.
 
 

Ultimi 5km
 
 
Perseus Karlstrom ha brevemente sperato di poter colmare il divario sul leader poichè ai 16 km il vantaggio si era ridotto a 13 secondi.
Tuttavia, Karlstrom aveva forzato la sua andatura in modo eccessivo alla ricerca dell'oro e al checkpoint di 18 km - raggiunto in 1:18:03 da Yamanishi con un vantaggio ora di 25 secondi  -  lo svedese doveva ora difendersi da Vasiliy Mizinov (ANA) che lo inseguiva a soli 9 secondi.
 
Tra i 16km e i 17km viene prima fermato nella Penalty Zone e poi squalificato il giro successivo, Callum Wilkinson (GBR), mentre poco prima dei 16km era stato squalificato Jhon Alexander Castaneda (COL). 
 
Ai 19 km Vasiliy Mizinov, che ormai ci ha abituato a questi finali molto veloci (4:07 tra i 18km e i 19km), come accadde analogamente ai Campionati Europei U23 di Gavle 2019, è saldamente in seconda posizione e l'ordine delle medaglie, salvo eventuali ulteriori interventi da parte dei giudici di gara, è ormai determinato.
 
In splendida solitudine, e pochi minuti prima dell'1:00 ora locale, Tosikazhu Yamanishi ha terminato i 20km della gara in 1:26:34.
Dal doppio trionfo della Spagna a Stoccarda 1993 quella di ieri è la prima volta nella quale una nazione ha conquistato entrambi i titoli nella marcia uomini in un Campionato Mondiale (allora toccò a Valentin Massana nella 20km e a Jesus Angel Garcia Bragado nella 50km).
 
 
 
 
 
 
Mizinov è stato premiato con l'argento in 1:26:49 con Karlstrom (1:27:00) che ha rivendicato la prima medaglia della Svezia da quando Madelin Svensson ha conquistato i 10 km d'argento delle donne nel 1991.
 
Dietro il podio, Christopher Linke (GER), che era nono a metà gara, ha concluso con forza al quarto posto in 1:27:19. Salih Korkmaz ha ottenuto il miglior piazzamento (5°) in assoluto per la Turchia in una gara di marcia ai Campionati del Mondo (1:27:35) con Tom Bosworth (GBR) che è riuscito nella stessa impresa per il suo paese con il settimo posto (1:29:34). In mezzo alla coppia c'era il secondo marciatore giapponese, Koki Ikeda, che ha terminato la gara in 1:29:02.
 
Dei 52 principianti, un totale di 40 uomini hanno completato la gara. Sette concorrenti non hanno terminato e cinque marciatori sono stati squalificati, mentre altri tre (Bonfim, Stano e Zimmermann sono stati solamente penalizzati di 2 minuti) ma sono riusciti a terminare la gara.
 
 
 
Brevi considerazioni statistiche
 
 

Sembrerebbe che il baricentro della marcia mondiale si sia spostato dall’Europa all’Asia.

 

Su quattro medaglie d’oro disponibili nelle quattro prove, le due delle donne sono andate alla Cina mentre il Giappone si è aggiudicato quelle degli uomini.

Delle altre otto (quattro argenti e quattro bronzi), tre nuovamente sono andate alla Cina nelle donne, una all’Italia nelle donne, mentre, negli uomini, una ciascuna è stata vinta dal Portogallo, Canadà, Svezia e Russia (il cui atleta ha gareggiato come neutrale).

 

Solo un terzo del pacchetto complessivo delle medaglie è stato vinto da atleti Europei, mentre quelli dell’Asia ne hanno raccolte per ben due terzi, ma con solamente due Paesi: Cina e Giappone.

 

A livello maschile sono emersi nella 20km nuovi Paesi quali la Turchia, del selezionatore Mustafa Akyavaş, con quello stesso Salih Korkmaz che a Gavle aveva conteso l’oro europeo U23 fino all’ultimo a Vasiliy Mizinov.

I due oro e argento U23 europei di Gavle, si sono riproposti a Doha e assieme a Perseus Karlstrom, Christopher Linke e Tom Bosworth, unici europei nei primi otto.

Nella 20km donne la gara è andata ancora peggio per le atlete Europee che hanno piazzato nelle prime otto solamente Maria Perez (ESP) .

 

Per contro le due 50km hanno visto nei primi otto un sostanziale equilibrio (50%).

Quella maschile grazie soprattutto all’argento di Joao Vieira (43 anni) e all’8° posto di Jesus Angel Garcia Bragado (50 anni fra qualche giorno), quella femminile grazie al bronzo di Eleonora Anna Giorgi (ITA), alle due Ucraine (Olena Sobchuk e Khrystyna Yudkina) e a Julia Takacs (ESP).

 

 

Considerazioni su alcuni commenti ascoltati in TV

 

Abbiamo infine ascoltato nell'emittente Italiana dedicata allo sport dei commenti di invitati, a nostro parere, decisamente fuori luogo in particolare sulla giuria internazionale.


Non li comprendiamo, e soprattutto, come italiani, ce ne dissociamo e non li accettiamo. 
Sentir parlare di "Omicidio sulla Corniche", come se avessimo appena assistito alla visione del film giallo di Agata Christie, "Assassinio sull'Orient Express", è mancanza assoluta di obiettività e fa il male della specialità.


Il vittimismo italico ancora una volta prevale sul buon senso, sul fair play e sul racconto corretto della realtà.
Proprio ieri nel nostro articolo sul fair play avevamo scritto quanto segue:


Nella marcia sui campi di atletica e sulle strade dovremmo venir educati fino da giovani al rispetto dell’avversario ed al rapporto con i giudici: in questo sport se il verdetto è una squalifica o una sosta, ancorché lunga, nella Penalty Zone non puoi urlare in faccia all’arbitro le tue ragioni come purtroppo spesso avviene nel calcio.

Se tu, o il tuo allenatore, chiederete le motivazioni dopo la gara, certamente capirete che magari quei tre bigliettini rossi erano accettabili, il che significa rimboccarsi le maniche per il futuro. 

 

Comprendiamo il tifo per l'atleta del proprio paese, ma non possiamo accettare che l'errore non sia mai del nostro atleta, ma sempre degli altri (la giuria di turno).
Questo purtroppo è un fardello negativo e molto pesante che abbiamo nel nostro DNA e ce lo portiamo dietro da Sydney 2000.
Forse sarebbe bene ricordare momenti in cui squalifiche altrui ci avevano aperto un'autostrada verso le medaglie più pregiate: Barcelona 1992, Stoccarda 1993, Goteborg 1995, Edmonton 2001, Almeria 2005.

 

Credeteci, chi fa sport e mastica di marcia in giro per il mondo, sa che non funziona così !

Forse sarebbe il caso che l'imparassimo anche noi !

 

 

 

Le dichiarazioni di Massimo Stano nel dopo gara: clicca qui

 

 

 

 

Il video completo della 20km uomini (BBC): clicca qui