10/12/2019   Il Tribunale Federale Svizzero respinge il ricorso di Schwazer. Assolti a Bolzano Fischetto, Fiorella e Bottiglieri






Brutta notizia per Alex Schwazer, il marciatore al centro di un controverso caso giuridico-sportivo. Il Tribunale federale svizzero di Losanna non ha concesso la misura cautelare, cioè la sospensione della squalifica che aveva richiesto il marciatore altoatesino Alex Schwazer. È quanto apprende l’Agenzia AGI da fonti dello staff del campione olimpico della 50 km di marcia di Pechino 2008, squalificato per recidività al doping fino al 2024.

 

Il Tribunale svizzero sostiene che «non risulterebbe con estrema verosimiglianza fondata e cioè che non risulterebbe con assoluta certezza la relativa prova». La richiesta della sospensione era stata avanzata dopo quanto scritto dal gip di Bolzano, Walter Pelino, che indicava, allo stato degli atti, quale ipotesi più plausibile la «manipolazione delle provette» del controllo antidoping del primo gennaio 2016, quello che poi ha portato alla squalifica di Schwazer.

 

 


 

 

A latere di questa notizia è di poco fa l'assoluzione in appello per non aver commesso il fatto che erano stati accusati per favoreggiamento in occasione del doping del 2012. 

In primo grado erano stati condannati per aver saputo della sua intenzione di doparsi senza denunciarlo: erano il responsabile dei controlli antidoping della Federazione mondiale e il medico della Nazionale di atletica

Dopo tre ore di camera di consiglio, si è sbriciolato il «teorema Schwazer», quello — giudiziario — nato dalle rivelazioni con cui l’ex marciatore (oro olimpico nella 50 chilometri a Pechino nel 2008) nel 2015 aveva patteggiato una condanna di nove mesi (e implicitamente ottenuto per la collaborazione una riduzione della squalifica sportiva) per il suo caso di doping del 2012, chiamando in causa i due alti dirigenti medici italiani della Federazione nazionale e internazionale di atletica leggera Giuseppe Fischetto e Pierluigi Fiorella che avrebbero saputo della sua intenzione di doparsi senza denunciarlo. 

 

La Corte di Appello di Bolzano, presieduta dal giudice Silvia Monaco, ha infatti riformato totalmente la pesante sentenza di condanna di primo grado (due anni di reclusione più pene accessorie) assolvendo con formula piena dall’accusa di favoreggiamento al doping (in violazione della legge 676 del 2000) Giuseppe Fischetto, responsabile dei controlli antidoping della Federazione mondiale e sanitario di quella italiana e Pierluigi Fiorella, medico della Nazionale di atletica leggera e personale dell’atleta. Assoluzione (in questo caso richiesta dalla procura generale) per Rita Bottiglieri, che all’epoca lavorava alla Fidal.

 

In attesa delle motivazioni, la sentenza lascia pensare che la Corte non abbia creduto alle testimonianza-confessione del 2015 di Alex Schwazer che — dopo aver negato per due anni di essere stato supportato da qualcuno nella ricerca di sostanze dopanti prima del Giochi di Londra 2012 — confessò di aver rivelato l’assunzione di EPO a Fiorella che era anche suo medico di fiducia durante un incontro chiesto con urgenza dal marciatore e avvenuto a Parma. A Fischetto era stato invece imputato di aver avuto contezza dei parametri anomali negli esami di Schwazer ma di non averlo segnalato adeguatamente alle autorità di controllo. Schwazer risultò positivo all’Epo due mesi dopo i fatti contestati ai medici, dopo un controllo a sorpresa disposto dalla Iaaf. In lacrime gli imputati.