19/02/2020   Ancona (ITA) - I campionati assoluti indoor con un "groppo sullo stomaco"






 

 

 
Lo immaginavamo e le voci del mondo della marcia italiano ce lo hanno confermato.
 
L’edizione 2020 dei Campionati Italiani Assoluti Indoor sarà priva delle stelle della marcia Italiana, di coloro che ci rappresentano nelle varie edizioni dei Campionati Internazionali a volte con successo, a volte meno, ma che pur sempre sono i nostri portacolori e il nostro bigliettino da visita in giro per il pianeta.

 

Non possiamo nascondere la nostra tristezza e quella specie di groppo sullo stomaco che ci attanaglia.

 

Finirà che prima o poi anche da noi, come in altri Paesi, la marcia sparirà dalle Indoor e poi magari giù a lamentarci contro una Federazione che non ci comprende e che non ci aiuta.

 

Mai più avremo pensato che i nostri bellissimi campionati Assoluti maschili, quelli dei Damilano, dei Mattioli, dei Visini, dei De Benedictis, dei Brugnetti, dei Perricelli dei Didoni e ci fermiamo qui per non scivolare troppo nella retorica, si trasformassero in una specie di fotocopia dei Campionati Indoor U20 e U23 con ben cinque dei 10 iscritti che hanno già gareggiato due settimane fa per un titolo di una categoria inferiore.

A livello femminile la situazione è marginalmente migliore (sono in quattro su dieci ad aver già gareggiato due settimane fa).

 

Non vogliamo e non possiamo credere che sia questo il nostro stato dell’arte.

Chi ama la marcia, almeno tanto quanto chi scrive, sa che non è così.

Sa che al momento buono siamo capaci di cose magari impensabili, ma non di lasciarsi andare verso una una perenne frustrazione.

 

Sappiamo dei problemi che ci attanagliano, delle scelte tecniche e di tutto il resto, ma ricordiamo quanto disse ad una conferenza stampa il compianto Elio Locatelli che "il Campionato Italiano è un valore che va rispettato".

 

In atletica e nello sport non si devono trovare le scusanti più impensabili per le nostre sconfitte: lo sappiamo che la normalità non è vincere sempre, ma invece è una alternanza fra le vittorie e le sconfitte.

L’unica sconfitta non giustificabile, e che non potremmo mai accettare, è quella di non aver partecipato se si fosse stato in grado di farlo.

 

Riflettiamo tutti oppure … il giocattolo si romperà del tutto.

 

 

 

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