02/01/2021   Il compito delle vacanze di natale di Gabriele al 4° anno di un Liceo di Bologna






 

 

 

Al Liceo scientifico Fermi di Bologna (ITA) il Prof di Educazione Fisica ha scelto  “per non riempire eccessivamente le settimane di gennaio di verifiche ed interrogazioni io vi metterò il secondo voto del quadrimestre su una relazione che dovrete fare durante le vacanze ed inviarmi entro giovedì 7 gennaio.
Dal momento che nelle ultime lezioni abbiamo parlato di atletica l'argomento sarà  quello.
Potete scegliere se concentrarvi su un atleta, una disciplina, un evento, un fatto particolare ... insomma avete massima scelta purché rimaniate nel campo dell'atletica.”

 

Scelta orgogliosa per chi come noi vive di sport, ma scelta ancora più orgogliosa se riferita ad un giovane di 16 anni della IVB, che chiameremo per riservatezza solamente Gabriele. Chi mastica di marcia in Italia e nel Mondo la ricondurrà senza alcuna ombra di dubbio alla persona ed all’evento del quale ricorreva quest’anno il ventesimo anniversario e del quale sul nostro sito Marcia dal Mondo era stata data ampia trattazione in data 4 settembre 2020. Clicca qui

 

E’ con un messaggio come questo, di un ricordo raccontato ad un giovane che all’epoca non era ancora nato dal nonno, con il quale vogliamo iniziare l’anno.

La morale di questo racconto è che marcia continuerà a vivere fino a quando noi continueremo a credere in questa disciplina.

 

Grazie Gabriele 

 

 


 

 

Svolgimento del tema

 

Cos’è “La marcia”

 

La marcia è una disciplina dell’atletica leggera che ha avuto la sua prima apparizione alle Olimpiadi di Atene del 1906 (1.500m e 3.000m).

Essa ha delle regole ben precise e ferrate, alquanto difficili da rispettare per via del gesto tecnico apparentemente innaturale, che però gli atleti devono rispettare per l’intera durata della gara.

Due sono le regole fondamentali: il marciatore non deve mai perdere il contatto con il terreno (almeno una parte di uno dei due piedi deve sempre toccare terra) e la gamba avanzata deve essere tesa (cioè non piegata al ginocchio) dal momento del primo contatto con il terreno sino alla posizione verticale. Tali regole, dettate dalla World Athletics (prima conosciuta come IAAF), rendono la disciplina olimpica più assimilabile ad una camminata veloce e competitiva piuttosto che alla corsa vera e propria, nella quale questi vincoli non devono essere rispettati.

Un ruolo molto importante in questa disciplina lo assumono i vari giudici che si occupano di far rispettare scrupolosamente e rigorosamente le regole che spesso vengono applicate durante la gara (perchè nella corsa si va più veloci che marciando).

Il giudice ha l’insindacabile compito di segnalare l’irregolarità  nel gesto atletico dei concorrenti. Egli può comunicare un richiamo, se l’infrazione è lieve, tramite una paletta gialla, oppure un’ammonizione o proposta di squalifica inviando al Giudice Capo un cartellino rosso, se l’infrazione è vistosa o se l'atleta aveva già ricevuto dallo stesso giudice un precedente richiamo. Nel caso in cui un atleta riceva tre proposte di squalifica da tre giudici differenti, il giudice capo dovrà  segnalare all'atleta, tramite una paletta rossa, la sua squalifica immediata.

Nelle gare internazionali i giudici, che sono otto, devono essere di varie nazionalità  e se un atleta riceve la proposta di squalifica da un giudice, un altro della stessa nazionalità  non potrà  dargli un secondo ammonimento.

Le gare che si disputano alle Olimpiadi sono di 20 km per donne e uomini e 50 km solo per gli uomini.

 

 

I fatti di Sydney 2000

 

Una gara marcia è passata alla storia per gli avvenimenti che mio nonno, allora presidente della giuria di marcia e con 31 anni di carriera di giudice alle spalle, mi ha più volte raccontato. Si tratta della 20 km femminile di marcia delle Olimpiadi di Sydney 2000 che ha lasciato tutti senza parole per le squalifiche arrivate quel giorno, il 24 Settembre 2000.

 

Dopo 16 km di gara circa sono tre le donne in fuga e destinate alle medaglie: Liu Hongyu (CHN) a guidare il gruppo, segue Elisabetta Perrone (ITA) e cerca di rimanere attaccata a loro l’australiana Jane Saville. erano le 11:56 quando La cinese Liu Hongyu viene squalificata, passando il testimone della possibile vittoria ad Elisabetta Perrone, che però un minuto e venti secondi dopo raccoglie la terza red card per perdita di contatto con il terreno. Tuttavia la paletta rossa che pone la fine della sua gara le viene presentata alle 12.00 (a causa di un problema al tabellone elettronico che continuava a mostrare solo un bollino rosso) dal capo giudice Lamberto Vacchi. 

 

Per Jane Saville la strada della vittoria in casa sembrava spianata, essendo rimasta da sola in testa a seguito delle due squalifiche delle atlete che la precedevano; tuttavia già  due proposte di squalifica gravavano su di lei da ben venti minuti. Passano 10 interminabili minuti e lo schermo gigante dello stadio proietta le immagini della Saville che si avvicina, imprendibile, al traguardo.

Ma a 120 metri dall’arrivo, all’ingresso del tunnel che immette sulla pista, Jane Saville incontra il presidente di giuria, che le impedisce l’ingresso da vincitrice e la relega tra le squalificate mostrandole quella paletta rossa che mai avrebbe voluto vedere.

Vince quindi Wang Liping (CHN), argento a Kjersti Platzer (NOR), bronzo a Maria Vasco (ITA).

 

I giornali sportivi in Italia ed in Australia, ma anche nelle altre parti del mondo hanno scritto fiumi di notizie su questa storica gara.

 

 

GV