06/03/2022   Dopo Jeff ancora Ecuador sul tetto del mondo e vive un sogno






 

 
Quando nel maggio del 1997 Jefferson Perez sbucò dalla “namesti Tomas Garrigue Masaryka” in prima posizione per andare verso la seconda grande vittoria della sua carriera nella Coppa del Mondo di Poebrady (1:18:24), dopo quella dell’anno precedente ai Giochi Olimpici di Atlanta, alcuni di noi pensarono: questo Jeff non è un fuoco di paglia, e il giovanotto è anche molto piacevole da vedere.
Da allora Jeff che gareggiava nella 20km si impose ancora per due volte della Coppa del Mondo: nel 2002 a Torino (1:21:26), nel 2004 a Naumburg (1:18:42). Fu secondo dietro a Francisco Fernandez  nell’edizione del 2006 di La Coruna (1:19:08)

 

A Podebrady Jeff fu l’unico atleta dell’Ecuador a partecipare, ma già nell’edizione di Torino 2002, con i suoi tre compagni di squadra Fausto Quinde, Andres Choco e Xavier Moreno l’Ecuador si piazzò al quarto, posto nella classifica a squadre dietro Russia, Bielorussia, e Italia.

A La Coruna 2006, l’Ecuador ottenne il 10° posto nella 20km uomini e il 9° posto nella 50km e gli stessi piazzamenti furono ottenuti a Cheboksary 2008.

 

Poi vennero gli anni bui.

La rinascita fu a Roma 2016 dove l’Ecuador ottenne la sua seconda medaglia nella storia della Coppa del Mondo (che da quell’anno era diventata Campionato Mondiale di Marcia a Squadre). Questa volta fu un bronzo nella 20km uomini (dietro a Cina e Canada), ma fu accompagnata da un bellissimo 4° posto nella 50km (dietro Italia, Ukraina e Spagna).

Si ritornò a Taicang nel 2018 con un altro quarto posto nella 20km dietro a Giappone, Italia e Cina.

 

Ieri pomeriggio però a Muscat, Oman il tre moschettieri dell’Ecuador Brian Daniel Pintado (4°), Jordi Rafael Jimenez Arrobo (9°) e David Hurtado (11°) hanno battuto il favorito Giappone di un solo punto: 25 a 26.

Una vittoria ottenuta sul filo di lana e per di più con l’ausilio di una penalità a carico di Declan Tingay (AUS) che ha permesso a Jordi Rafael Jimenez Arrobo di guadagnate quei 2 secondi che lo hanno fatto risalite al nono posto in classifica.

Ma tant’è: la gara a squadre è fatta anche di queste sottigliezze.

 

¡Grandioso! ¡Impresionante! Ecuador gano en estreno de oro mundial” titolano oggi i giornali dell’Equador e ne hanno ben donde.

Perchè il 5 marzo 2022 è una data destinata ad entrare nella storia dell’Ecuador come fu il 26 luglio 1996 giorno dell’oro di Jeff ad Atlanta.

 

 

 

 

 

Quando l’8 giugno 2019 Glenda Estefania Morejon si impose in maniera del tutto inattesa a La Coruna sul terzetto di fuoco della Cina composto a Yang Jiayu, Liu Hong e Qieyang Shenijie noi che eravamo lì non volevamo credere ai nostri occhi, sia per la vittoria (sulla quale nessuno scommettitore al mondo avrebbe puntato nemmeno 1 dollaro) sia per il crono ottenuto: 1:25:29 che ancora oggi è il Record Mondiale U20 e il Record di Area della Confederacion Sudamerica de Atletismo.

Sembrava un fuoco di paglia dopo Doha 2019 e dopo Sapporo 2021, ma anche in questo caso l’ancora ventunenne Glenda Morejon (compirà 22 anni il 30 maggio 2022) ha stupito il mondo.

Era Li Maocuo (CHN) la favorita alla vittoria nella 35km di ieri, e tutto sembrava mettersi per il giusto sentiero. Verso i 17km la cinese aveva preso la leadership della gara forse troppo presto viaggiando ad andature attorno a 4:55 nei 1.000m in salita e di 4:33 nei 1.000m in discesa del percorso ondulato di Muscat. 

Glenda Morejon la ha raggiunta nel 4km guardandola con la cosa dell’occhio. Un altro giro e mezzo con lei e poi via verso una vittoria, bellissima, chiarissima, inossidabile in 2:48:33.

 

Ma c’è di più. Accanto a questa giovane leader un corteo di damigelle d’onore impressionante: Paola Pérez (5° in 2:53:58), Magaly Bonilla (6° in 2:54:39), Karla Jaramillo (7° in 2:56:14) e Johana Ordóñez (9° in 2:59:57).

Mai avevamo visto vincere un Campionato Mondiale a Squadre con tutta l’intera squadra di cinque atlete piazzarsi nelle prime dieci posizioni.

Congratulazioni alle atlete e a Julio Chuqui, l’allenatore di Glenda Morejon, che ha avuto la coraggiosa scelta di portarle a questo successo.

 

Probabilmente da lassù Luis Chocho, il "Profe" avrà gioito anche lui.