16/04/2022   Alla ricerca del tempo perduto






 

 

 

 

Abbiamo ricevuto da un allenatore molto noto del settore marcia in Italia, che ci ha chiesto il mantenimento dell’anonimato, il seguente scritto conseguente in particolare a quanto accaduto in una sede delle fasi interregionali dei Campionati di Società su pista, chiedendo la sua pubblicazione su Marcia dal Mondo.

Lo abbiamo pubblicato intergralmente.

 

In calce ci siamo permessi di riportare un’analisi numerica dei provvedimenti tecnici da lui indicati nelle due gare di Pescara e Prato

 

 


 

 

Alla ricerca del tempo perduto

 

Parafrasando l’opera probabilmente più lunga del mondo almeno secondo il Guinness dei primati nella quale l’autore Marcel Proust indagava sul “tempo” e su quali sfaccettature fosse composto per poterne poi fuggire da esso, così in termini molto più leggeri sarebbe possibile ricercare il senso di una disciplina come la marcia agonistica e dei suoi diversi aspetti per non, attenzione, fuggire da essa  bensì vederla finire tristemente nel passato remoto dello sport olimpico. 

 

Il preambolo è impegnativo, ma per coloro che amano la disciplina l’assunto è preoccupante e per qualcuno addirittura potrebbe suonare come una sentenza senza appello.

 

Il mondo della marcia agonistica almeno quella nazionale è statico in entrambi le sue componenti, quella giudicante e quella giudicata.

Certo, memori dei recenti e bellissimi allori olimpici di Tokio, potremmo pensare che la specialità sia all’apice del suo sviluppo, che due medaglie d’oro nemmeno la Russia dei tempo passato, o la Cina dei record o il Giappone prepotentemente competitivo per quantità e per qualità, siano  state raccolte in una Olimpiade.

Ma chi frequenta il settore sa perfettamente che dietro i nostri campioni non si trovano sempre rose e fiori. 

Troppo spesso si attende che la rivalità fra le diverse “parrocchie” sicuramente produrrà giovani competitivi, con la speranza che la marcia si rigeneri da sola e altre banalità del genere.

 

Nella scorsa stagione in tutte le manifestazioni internazionali in particolare giovanili abbiamo collezionato numeri impressionanti di palette rosse. Alla coppa Europa di Podebrady 2021 accanto al medagliere vittorioso e “trionfale” si è affiancato un altro primato meno pubblicizzato che contemplava ben 22 red cards a carico dei nostri atleti: primi in tutto! 

 

Il percorso internazionale viaggia in parallelo con quello nazionale dove alle mancanze tecniche si aggiunge la confusione del settore giudicante nazionale che si auto-trafigge da solo ogni volta che è chiamato a svolgere la sua funzione in manifestazioni di rilevanza istituzionale. 

 

Sembra uno scontro tra filosofie diverse: una gara vanno tutti in sospensione in un'altra sono tutti sbloccati, ma la sorpresa è che gli stessi che erano stati sanzionati di sospensione, nella gara successiva sono stati sanzionati per sbloccaggio. 

Certo può accadere, ma non in maniera così eclatante come accaduto a Prato la scorsa settimana, in una di quelle delle delle fasi interregionali in pista si è toccato il fondo come se in Italia non si giudicasse più la mancanza di contatto con il terreno, ma solamente il piegamento del ginocchio: una repubblica a sé.

E questo nonostante nella prima parte della stagione a Pescara dove con l’ausilio di una giuria internazionale ci trovammo di fronte ad una gara ottimamente giudicata: forse una delle migliori negli ultimi dieci anni.

 

Purtroppo, come si affermava, non è uno scontro filosofico bensì il conclamato delirio di un settore senza ferme conoscenze anche per il corpo giudicante, senza una preparazione tecnica come se non fosse un loro problema, senza una esperienza sul campo consolidata; non si osa pensare cosa succede a livello regionale!

 

In passato si portavano avanti discorsi integrati e consapevoli da parte delle due anime della disciplina, si cercava e si riusciva a creare un percorso condiviso e ciò ha prodotto profili atletici di alto spessore tecnico che in parte ancora oggi guidano il settore. 

L’attualità evidenzia, invece, nonostante i molti investimenti fatti in webinars, convegni, stage con gli atleti, la generale mancanza di una “vision” internazionale della marcia e una latente carenza di preparazione. 

Per contro anche il corpo allenante periferico nel settore giovanile trascura l’insegnamento della tecnica concentrandosi solamente sulla prestazione cronometrica.

Un mix questo che non ci porterà tanto lontano.

 

E’ bene che cerchiamo di ritrovare in questo settore la sottile linea d’amore della specialità che fin dai tempi del compianto Pino Dordoni, proseguita poi fino al 2012, permeava i nostri incontri quotidiani.

 

Siamo ancora in tempo !

 

 


 

 

 

L’analisi numerica dei provvedimenti tecnici

 

 

 

Event Starters

 Loss of

Contact

Bent

knee

%  Total

 % on

starters 

               
Pescara - Jan 16              
Men 74 28 44% 35 56% 63 85%
Women 73 6 27% 16 73% 22 30%
Total 147 34 40% 51 60% 85 58%
               

Alessandria, Prato

Acquaviva - Apr 10

             
Men 87 18 18% 80 82% 98 113%
Women 86 10 16% 54 84% 64 74%
Total 173 28 17% 134 83% 162 94%