08/07/2022   Rieti (ITA): Emiliano Brigante e Alexandrina Mihai (con la seconda prestazione mondiale stagionale) sono i nuovi campioni italiani U20






 

 

Fine settimana intenso in Italia con i Campionati Italiani U20 su pista.
E subito si inizia il venerdì mattina con le due prove che assegnano il titolo della marcia.

 

 

10.000m marcia su pista U20 uomini

 

 

 

Sono in diciannove gli atleti che si presentano sulla linea di partenza (ore 8:20), e tra questi uno che è nato nel 1987 e che proprio U20 non è.

Si tratta di Teodorico Caporaso che ha ottenuto il via libera dalla Federazione per partecipare “fuori classifica” a questi 10.000m per un motivo squisitamente tecnico.

I favoriti sono i soliti quattro moschettieri U20 della marcia in Italia.

Sono due atleti della Puglia (Nicola Lomuscio e Pietro Pio Notaristefano), un atleta del Lazio (Diego Giampaolo) ed un atleta del Friuli-Venezia Giulia (Emiliano Brigante).

In qualità di outsider c’è l’atleta della Sicilia Salvatore Manera.

 

Partenza veloce di Teodorico Caporaso (del quale non commentiamo la gara un quanto fuori classifica) e Salvatore Manera.

Manera guadagna metro su metro e si pone da outsider a possibile candidato a medaglia.

 

I passaggi sono i seguenti fino ai 7.000m

- 1.000m in 4:15:9

- 2.000m in 8:27.3 (4:11.4)

- 3.000m in 12:40.9 (4:13.6)

- 4.000m in 16:57.9 (4:17.0)

- 5.000m in 21:16.5 (4:18.6)

- 6.000m in 25:32.9 (4:16.4)

- 7.000m in 29.50.5 (4:17.6)

 

Dopo i 6.000m intanto Emiliano Brigante si era posto come il più agguerrito degli avversari è riuscito a staccare di una decina di metri sia Pietro Pio Notaristefano che Nicola Lomuscio e Diego Giampaolo.

Subito dopo il passaggio ai 7.000m Emiliano Brigante raggiunge Salvatore Manera che però cerca di resistere,

 

Intanto Teodorico Caporaso viene fermato dalla giuria nella zona di penalità e sconta una sosta di un minuto.

Quando rientra e di poco davanti ad Emiliano Brigante che però lo raggiunge abbastanza velocemente e lo lascia sul posto per involarsi verso una ipotetica vittoria

 

Ai 8.000m Brigante è in testa in 35:00.3 (4:09.8). Il suo cambio di velocità ha lasciato il segno su tutti eccetto che su Nicola Lomuscio che cerca in tutte le maniere di recuperare terreno.

Ai 9.000m Brigante è sempre in testa in 39:12.1 (4:11.8) mentre Lomuscio è a circa 30 metri e Giampaolo staccato di altri 40 metri.

Ma qui l’ultimo thriller della giornata: Diego Giampaolo viene fermato dalla giuria nella zona di penalità e la sua pista di un minuto libera il podio per Salvatore Manera.

Ci prova fino all’ultimo Nicola Lomuscio ma oggi la vittoria va a Emiliano Brigante, che finalmente ha ascoltato i consigli tecnici ricevuti da più parti ed ha dedicato gli ultimi due mesi ad un estremo perfezionamento della tecnica che ad inizio stagione lasciava a desiderare.

Oggi questo lavoro ha dato i suoi frutti.

 

Vittoria ad Emiliano Brigante in 43:07.8

Secondo posto a Nicola Lomuscio in 43:17.05

Terzo arrivato (ma fuori classifica) Teodorico Caporaso in 43:17.83

Quarto posto e bronzo U20 a Salvatore Manera in 44:06.47

Quinto posto a Pietro Pio Notaristefano in 44:34.43

Sesto posto a Diego Giampaolo in 45:15.32

 

 

 

 

 

 

 

10.000m marcia su pista U20 donne

 

Alle 9:20 invece inizia la gara delle U20 donne con ventuno atlete alla partenza.

In questa gara la lotta per le medaglie è ristretta a tre giovani atlete con una preferenza per Alexandrina Mihai (47:08.80) su Vittoria Di Dato (47:49 su strada) e Giada Traina (48:28.83).

In qualità di outsider a nostro avviso si presentano Anita Laiolo e Sofia Fiorini.

 

Totalmente diversa, ma c’era da aspettarselo, da gara di marcia delle donne, monopolizzata da Alexandrina Mihai.

La giovane atleta ormai da 14 anni in Italia, ed ancora non eligibile per vestire la maglietta della nazionale italiana, ha dominato in lungo ed in largo in testa fin dal primo metro.

La sua marcia è stata dai tecnici ai bordi della pista definita con l’aggettivo “stupenda” e non possiamo che con rodare con loro.

 

I suoi passaggi ogni 1.000m sono stati i seguenti:

- 1.000m in 4:45.4

- 2.000m in 9:20.2 (4:34.8)

- 3.000m in 13:53.6 (4:33.4)

- 4.000m in 18:27.3 (4:34.7)

- 5.000m in 22:59.4 (4:32.1)

- 6.000m in 27:33.7 (4:34.3)

- 7.000m in 32:09.4 (4:25.7)

- 8.000m in 36:45.2 (4:35.8)

- 9.000m in 41:21.3 (4:30.1)

- ultimi 1.000m in 4:32.19

 

Questa performance oltre a rappresentare il nuovo personal best dell’atleta è anche la seconda prestazione mondiale U20 femminile dietro al risultato di 45:24.1h ottenuto a Canberra (AUS) da Olivia Sandery (AUS) il 15.1.2022 e davanti al 46:46.97 ottenuto a Eugene (USA) lo scorso 24 giugno da Valeriya Sholomitska (UKR).

Se solo Alexandrina Mihai potesse ottenere in tempo il passaporto italiano potrebbe giocarsi le possibilità di Medaglia ai Campionati Mondiali U20 di Cali

 

Secondo posto a Giada Traina in 46:51.44 con il nuovo personal best e la quarta prestazione mondiale U20 stagionale dietro proprio a Valeriya Sholomitska (UKR). 

Il precedente (48:28.83) risaleva 10.4.2022 ottenuto a Prato (ITA).

Terzo posto a Vittoria Di Dato in 49:04.30

 

 

 

 

 
 
 
Qualche commento di natura tecnica

 

Marcia dal Mondo generalmente accetta senza obiezione alcuna l’operato della giuria.

Sono loro a “fischiare i rigori” e giustamente sono loro a decidere.

 

Quello però che qualche volta non si riesce a comprendere sono alcune cose:

 

1.- com’è possibile che i componenti della giuria vedano certi gesti tecnici scorretti e nella stessa gara non ne vedano altri ancora più scorretti che sono avvenuti nelle parti cruciali e che molti allenatori hanno invece rilevato?

Qualche gesto tecnico oggi è sembrato a molti essere più simile ad un “jogging a ginocchia quasi bloccate” che un gesto di marcia.

 

2.- com’è ancora possibile, ma lo stiamo ripetendo da anni, che su 46 provvedimenti tecnici di red cards inviati dalla giuria nelle due gare ben 35 (oltre il 76%) riguardano l’errore tecnico piegamento del ginocchio al momento del contatto della gamba avanzante con il suolo?

Se così fosse significherebbe che la grande maggioranza degli allenatori nel nostro paese non insegna il giusto gesto tecnico agli atleti. Non crediamo sia così.

 

3.- com’è infine possibile che atleti che escano immuni da competizioni anche importanti all’estero, vengano quasi sempre sanzionati in Italia e che invece accade l’opposto per altri che nella lunga penisola italiana sembrano aver raggiunto quella che in politica si chiama “immunità parlamentare” e poi appena oltre il confini nazionali assistono ed ascoltano una musica totalmente differente ?
Nel 1977 i vertici della marcia in Italia (contrario il solo Giuseppe Dordoni) accettarono una incauta ed improvvida "Nota Italiana" che sostanzialmente diceva: "visto che non si riesce a percepire con certezza la fase di volo, allora non giudichiamola". Andò a finire male, molto male. Il passato insegna a non ricommettere gli stessi errori.

 

Ripetiamo che non discutiamo la severità di una giuria rispetto ad un’altra. Ci mancherebbe!

Discutiamo invece che appare sempre più evidente quello che dovrebbe essere il principio predominante e cioè quello della “par condicio” nella stessa gara.

Non ci si può più nascondere dietro un “io non lo ho visto” o peggio “io ho messo la paletta gialla”.

 

Forse è venuto il momento che qualcuno rifletta su questi tre punti e dia delle risposte. 

La specialità ne ha bisogno.

 
 
 
(Foto dal sito web della Fidal)