World Championships - WCH 2011 Femminile

13th ed. Daegu (KOR)









Daegu 2011 – 20 Km. women

 

Elisa Rigaudo è quarta sulla 20km dei XIII Campionati del Mondo di Daegu (Corea del Sud). L'azzurra, già bronzo olimpico a Pechino 2008, ha portato a termine la sua prova nel tempo di 1h30:44, primato stagionale. La sua è stata una gara in progressione (ultimi 10km in 44:27) affrontata con grande esperienza tattica e distribuendo sapientemente lo sforzo nel caldo afoso della città coreana.

 

L'oro, il terzo iridato consecutivo, è andato alla russa - numero uno indiscussa della specialità di cui è anche campionessa olimpica ed europea - Olga Kaniskina (1h29:42). Argento alla cinese Hong Liu (1h30:00), compagna di allenamenti della Rigaudo sotto la guida di Sandro Damilano, e bronzo all'altra russa Anisya Kirdyapkina (1h30:13). Per la 31enne marciatrice delle Fiamme Gialle - a meno di un anno dalla nascita della figlia Elena - si tratta in assoluto del miglior risultato delle sue cinque partecipazioni alla rassegna iridata in cui era stata settima ad Helsinki 2005. Quest'anno era già tornata in Nazionale a maggio con il bel terzo posto (1h30:54) in Coppa Europa in Portogallo.

 

LA CRONACA

E' il caldo (24° con un tasso massimo di umidità all'88%) la principale insidia in agguato per le 50 marciatrici che si incamminano sulle strade di Daegu. La 20 km è l'unica gara del programma della quinta giornata della rassegna iridata. Nei primi 5km si forma un compatto serpentone con una ventina di atlete, tra le quali Elisa Rigaudo che, però, sceglie di tenersi più all'esterno. Capofila (23:29) è la russa, olmpionica ed iridata in carica, Olga Kaniskina, accompagnata dalla connazionale, primatista del mondo, Vera Sokolova. Nel percorso d'avvicinamento al giro di boa (10km), il gruppo si snellisce fino a dimezzarsi. In testa ci sono sempre le due russe (46:16) che nel frattempo sono state affiancate dalla compagna di squadra Anisya Kirdyapkina e dalla cinese Hong Liu. La Rigaudo controlla la situazione marciando nella vicinissima pattuglia di inseguitrici (46:17). Nei primi chilometri della seconda metà di gara la Kaniskina dà un'ulteriore sferzata al ritmo e si proietta al 15° in 1h08:03. Restano sui suoi passi solo la Kirdyapkina (1h08:08) e la Liu (1h08:12). Complice una proposta di squalifica, la Sokolova (1h08:29) perde, invece, terreno rispetto al terzetto di testa. Ne approfitta la finanziera piemontese che nel frattempo è risalita in quinta posizione (1h08:35).

 

Si entra nella fase cruciale della lotta per le medaglie. L'oro, il terzo in carriera, è già da un pezzo al collo della Kaniskina che conclude la sua fuga solitaria in 1h29:42. Alle sue spalle, staccata di 18 secondi, arriva la Liu che, al suono della campana dell'ultimo giro del circuito (2km), si è scrollata di dosso la Kirdyapkina a cui va il bronzo (1h30:13). Quarta (1h30:44) è, quindi, Elisa Rigaudo che, dopo aver avuto la meglio sulla russa primatista mondiale (11ª/1h32:06), ha proseguito imperterrita nella progressione che l'ha condotta al suo secondo miglior risultato internazionale di sempre dopo il bronzo olimpico di Pechino. L'azzurra sulla linea d'arrivo sorride e lancia un bacio al cielo, poi va ad abbracciare la cinese Liu con cui ha condiviso questi mesi di allenamento al Centro Marcia di Saluzzo. Ha appena marciato 20km in un Campionato del Mondo, eppure la luce che ora ha in volto supera l'ombra di qualsiasi fatica.

 

LE PAROLE

 

"A darmi tanta energia - racconta Elisa Rigaudo con un sorriso raggiante - è stato proprio il pensiero di mia figlia Elena. Questo è il mio lavoro, la mia grande passione, ma lei è la mia famiglia. Non è una gara che ho tirato fuori con l'allenamento, ho ripreso la preparazione solo da otto mesi, ma con la testa. Sono rimasta sempre lucida e ho gestito la fatica. Dieci anni di carriera mi hanno insegnato ad ascoltarmi di più. Era una gara difficile da interpretare, piena di strappi. Ho chiuso in progressione, le gambe mi sembravano vuote, ma la testa c'era tutta quanta. Ho provato inzialmente ad agganciare le prime tre, ma loro non hanno mai mollato. Non ho nessun rammarico, non potevo partire più forte, sarebbe stata una pazzia e avrei rischiato di giocarmi questo risultato. Per me oggi vale più di una medaglia. Me l'avessero detto a gennaio, non ci avrei mai creduto. Oggi ci metto la firma. E' il primo Mondiale di quella che considero la mia seconda carriera e questo quarto posto va benissimo. Il mio vero obiettivo è Londra. Questo doveva essere l'anno del rientro, il prossimo sarà quello dell'Olimpiade. Ed io punto lì.

 

Devo dire grazie al mio tecnico Sandro Damilano, alla Federazione e al mio club, le Fiamme Gialle, perchè hanno sempre creduto in me e mi hanno sostenuta per rientrare a questo livello".

 

 

 

 

(English version)

 

 

(from IAAF web-site by Jon Mulkeen)

 

Today Olga Kaniskina achieved two things that four other reigning Olympic champions had not managed to do here in Daegu. The first was to win a third straight World title. The second was to break the dreaded ‘cover curse’. The Daegu Daily Programme cover curse has been something of a talking point among the media at the IAAF World Championships. After the misfortunes of the first four cover stars – Steve Hooker, Usain Bolt, Dayron Robles and Yelena Isinbayeva – people began to think that the featured athletes were jinxed. So when defending 20km walk champion Olga Kaniskina appeared on the cover of today’s programme,

 

it seemed as though it was just a matter of time before she too would fall victim, perhaps with a disqualification for lifting. But the Russian did not let it affect her and she broke clear of the leading pack two thirds into the race, continually extending her lead through to the finish to clock a winning time of 1:29:42.

 

So how did she overcome the jinx that had affected so many of the world’s other leading athletes this week? “I didn’t even realise that had been the case for the other athletes,” said Kaniskina, blissfully unaware of the ‘curse’. “I wasn’t even aware that I was on the cover today. I’d like to thank everyone for not telling me about it before the race!” But to focus on Kaniskina breaking the curse would be trite, as her performance was far more noteworthy on many other levels.

 

The 26-year-old became the first woman in World Championships history to win three 20km walk titles in a row. Only one other race walker, male or female, has achieved such a feat – Ecuador’s Jefferson Perez, who won the men’s 20km walk three times between 2003 and 2007. With Olympic and European titles also to her name, Kaniskina is without doubt one of the most dominant – and under-rated – athletes in world athletics. Her last loss at a major championship was when finishing second at the 2006 European Championships, aged just 21 at the time. Already she is arguably the greatest female walker of all time, and she has many years ahead of her in which to win more medals. The only glaring omission from her CV is the World record. She owns the second-fastest time in history at 1:24:56, but as it was set in a race without the minimum requirement of international officials, the official World record stands to team-mate Vera Sokolova at 1:25:08.

 

“The World record is not the only thing missing, as I have not yet won the European Cup,” said Kaniskina, who won the World Cup title in 2008. “A World record attempt would be a very different race to the World Championships where tactics come in to play. But anything is possible. I already have the second-fastest time, so maybe one day I’ll try to officially get the record. Why not?” Kaniskina, who finished last in her first ever race walking competition back in 2009, has an enviable knack of always raising her game for a major championships. Motivation, she says, is never an issue.

“You have to be motivated, and I always do have motivation,” she said. “I try not to think of my previous victories and instead I just focus on the race ahead. I want to win every competition I take part in.” With such dominance, it is difficult to imagine when Kaniskina’s winning streak at major championship will come to an end. But one thing is certain – it will take more than a picture in a programme to stop her from winning.

 

Jon Mulkeen for the IAAF

 

Risultati Campionati Mondiali Daegu 2011: click qui