World Championships - WCH 2007 Femminile

11th ed. Osaka (JPN)









20 Km. women

 

Sono in 42 alla partenza il 31 agosto 2008 alle ore 8.00 in una giornata che presenta una temperatura di 30° celsius e un’umidità iniziale del 65%. Non sono le condizioni ottimali per le marciatrici, ma nemmeno una giornata impossibile; durante la gara anche pioverà, il che allevierà un po’ la loro fatica, ma aumenterà il tasso di umidità fino a un 71% .

 

Alla partenza non si presenta per un infortunio Ryta Turava, la vincitrice nel corso del 2007 di quasi tutto e la principale favorita, assieme alle atlete Russe. A questo punto appare evidente che la lotta per l’oro di Osaka, a meno di clamorose sorprese, sarà una lotta che assomiglierà al campionato Russo, tenendo presente che alla partenza le russe sono in quattro presentandosi anche la Campionessa Mondiale uscente di Helsinki 2005 Olimpiada Ivanova, che usufruisce della “wild card”, ma che però dichiara fin dalle interviste dei giorni precedenti di essere presente solamente per onore di firma.

La domanda fondamentale che ci si pone è la seguente: sarà una tripletta o qualcuna riuscirà a inserirsi e conquistare una medaglia ? Partono e nei giri di pista già succedono due cose, per lo meno strane. La prima: dopo il secondo giro, un giudice giapponese, evidentemente sovrappensiero, invita a uscire le atlete verso il circuito, quando invece devono fare ancora un giro in pista.

Succederà la stessa cosa, all’opposto, nella 50 Km. uomini quando il giapponese Yamazaki sarà fatto entrare in pista dopo 23 giri di circuito e non 24. Evidentemente la tecnologia imperante nel mondo attuale non aiuta più a fare i calcoli semplici (quelli con il pallottoliere, tanto per intenderci !). Le ragazze però dopo 10 metri se ne accorgono e ritornano sui loro passi a inanellare ancora un giro di pista.

La seconda, di là di queste battute, è quella ben più attesa, ma pur sempre clamorosa: Olimpiada Ivanova, finita l’esibizione in pista, se ne torna verso gli spogliatoi; la rivedremo cinquanta minuti dopo, splendida e truccata come sempre a tifare, lungo il percorso, per le sue colleghe. Sarà vero tifo ? Mah, non lo sapremo mai; comunque una contendente per le medaglie in meno pensano le altre atlete.

E sul circuito arriva in testa Olga Kaniskina, seguita a breve distanza da Tatyana Shemyakina: non si sa ancora, ma la lotta per le due medaglie di colore più importante è già terminata. Le atlete procedono in conserva a un ritmo che per quasi tutti i primi dieci Km. è abbastanza accessibile; la sola Kaniskina è un po’ avanti le altre.

Dopo 52 minuti di gara esce dalla scena per una squalifica uno dei nomi storici della marcia femminile: Jane Saville, che, ironia della sorte, pochi giorni prima è stata eletta in quote “rosa” nel IAAF Walking Committee. Dopo la gara dirà sorridente: “I giudici mi hanno fatto capire che è il caso che smetta”. Qualche minuto prima di lei era stata squalificata la statunitense Teresa Vaill e un paio di minuti dopo subisce la stessa sorte l’atleta di casa Ryoko Sakakura. Il gruppo delle inseguitrici comincia a sfilacciarsi con una grande sorpresa: le cinesi escono ben presto dalle posizioni di vertice: dopo le due russe le solite Kjersti Plätzer, Susana Feitor, Claudia Stef , Maria Vasco e Sabine Zimmer.

Un po’ più in ombra l’altra tedesca Melanie Seeger che comunque vanta un tempo nel 2007 migliore della connazionale. La Plätzer insiste (è suo il miglior tempo dell’anno ottenuto nella tappa del Race Walking Challenge a Sesto San Giovanni, se si esclude quello della Turava), ma ben presto deve cedere il passo a una scatenata e motivatissima Maria Vasco. Nel frattempo l’italiana Elisa Rigaudo barcollante, e con due proposte di squalifica, abbandona la gara: l’ultimo mese per lei è stato un calvario, non poteva certamente né improvvisare, né essere tra le pretendenti alle medaglie. Sempre nel frattempo è squalificata alle 9:01 l’ultima atleta, la quasi sconosciuta ecuadoriana Miriam Ramon. La Plätzer cerca di recuperare sulla Vasco, fra l’altro gravata da una proposta di squalifica (come pure le due atlete russe che le sono davanti), ma la marcia della spagnola, molto fluida e redditizia, la fa entrare nello stadio di Osaka poco dietro la russa che è in seconda posizione Tatyana Shemyakina.

Olga Kaniskina è quasi 200 metri davanti e vince tranquillamente in 1:30:09, tempo francamente non stratosferico, ma considerate la temperatura e l’umidità accettabilissimo. Dietro si pensa di assistere nuovamente a un finale spagnolo per l’argento ma Maria Vasco decide che il bronzo per lei è più che sufficiente e termina a cinque secondi dalla russa: Shemyakina in 1:30:42, Vasco in 1:30:47. Dietro di loro arriva la Plätzer (1:31:24) sorridente, ma, crediamo, non felice: in cuor suo aveva a lungo sperato di ottenere il bronzo. Seguono Feitor, Stef, l’altra portoghese Henriques, la Zimmer e, in 10° posizione, l’atleta di casa Mayumi Kawasaki, (che si è allenata spesso in quel di Saluzzo) e che è enormemente applaudita dal pubblico giapponese.

Oltre ad Olimpiada Ivanova ed Elisa Rigaudo, sono state costrette ad abbandonare la gara anche la cinese Jing Jiang, la lettone Jolanta Dukure e la campionessa olimpica di Atene 2004 Athanasia Tsoumeleka.

Terminano quindi la gara in trentatre, con l’ultima, la boliviana Geovana Irusta, che stabilisce, anche qui ironia della sorte, il “season best” in 1:47:15.