World Championships - WCH 2005 Femminile

10th ed. Helsinki (FIN)









20 Km. women

 

La pioggia concede una tregua per la gara di marcia femminile che parte alle 11:38 (con tre minuti di ritardo sull’orario previsto) del 7.8.2005. La temperatura iniziale quella mattina era di 16° Celsius e sarà destinata a crescere fino ai 19° della parte finale della gara; l’umidità elevatissima: 100%, ma poi calerà fino a raggiungere un più ragionevole 70%.

Quarantasette atlete sono alla partenza in rappresentanza di 29 paesi, con un’unica favorita, nonostante il suo tempo di accredito non sia il migliore, Olimpiada Ivanova. Anche l’argento sembra già assegnato in partenza alla bielorussa Ryta Turava; la lotta pare sia aperta solamente per il podio. A contendersi il bronzo le solite atlete: Maria Vasco (Spagna), Elisa Rigaudo (Italia), Susana Feitor (Portogallo), le tre cinesi, Wang Liping, Jiang Jing, e Song Hongjuan. Il tempo di accredito penalizza un po’ la greca Athanasia Tsoumeleka, ma è anch’essa da annoverare tra il novero delle pretendenti.

Pronti, via e ai 5 Km. la Ivanova è già davanti a macinare come un rullo compressore i suoi ritmi. Passa in 21:43 con accanto la cinese Jiang Jing e con la salvadoregna Cristina Lopez fino al 4 Km. ma quest’ultima ha già collezionato due proposte di squalifica, e seguita dalla Turava in 22:02. La cinese non fa certo un buon affare a seguire questo ritmo per lei proibitivo e colleziona subito un cartellino rosso. Le altre viaggiano assieme a una dozzina di secondi dalla Turava guidata dalla Rigaudo, dalla Vasco e dalla Tsoumeleka.

Fra il 5 Km. e il 10 Km. esce di gara per squalifica una semisconosciuta atleta dell’Azerbaijan, Gulnara Mammadova nonché la cinese Jiang Jing che ha pagato con un gesto tecnico non accettabile il voler seguire a tutti i costi la Ivanova. La Campionessa Mondiale uscente di Parigi 2003 Yelena Nikolayeva, che si era presentata con la “wild card della IAAF”, aveva invece abbandonato la gara poco dopo il 6 Km. per lei sarà la sua ultima apparizione internazionale.

Al 10 Km. la Ivanova passa in 42:54, seguita dalla Turava (43:59). Un gruppetto di 5 atlete segue a 6” e sono la Rigaudo, la Vasco, la Lopez, la Tsoumeleka. Un po’ più defilata, la portoghese Feitor segue a 20”. Nel giro successivo sono squalificate la salvadoregna Cristina Lopez e l’irlandese Olive Loughnane. Il passaggio al 15 Km. rende molto più chiara la visione della gara.

Per l’oro non c’è storia. Olimpiada Ivanova, infatti, sta viaggiando su ritmi del nuovo record mondiale. L’argento sembra saldamente al collo di Ryta Turava. Elisa Rigaudo, transita in terza posizione (1:05:57) seguita da Athanasia Tsoumeleka che ha superato la spagnola Vasco.

La situazione delle squalifiche per queste atlete è la seguente:Rigaudo (una proposta), Tsoumeleka (due proposte), Vasco (due proposte): non c’è proprio da scherzare. Infatti poco dopo il 16 Km. la Tsoumeleka esce dalla scena, ma esce dalla scena anche Elisa Rigaudo che cede incredibilmente, mentre è ancora in terza posizione, passando da un ritmo di 4.26 al Km. a un ritmo di 4:38. Chi invece recupera terreno è la portoghese Feitor, non nuova a queste imprese. Esce dalla scena per squalifica anche un’atleta delle retrovie la guatemalteca Evelyn Nunez.

L’ultimo giro vede la marcia trionfale di Olimpiada Ivanova, la tenuta in seconda posizione di Ryta Turava e la Feitor che quasi aggancia la Vasco. Escono in quest’ordine dal circuito: Ivanova, Turava, Vasco Feitor . Per Elisa Rigaudo la crisi si fa sempre più intensa e perde ancora due posizioni. Sulla salita verso lo stadio, mentre la Ivanova si ferma per un attimo da un connazionale a raccogliere una bandiera russa con la quale farà l’ingresso in campo e tutto il giro di pista, e la Turava gestisce il secondo posto, il recupero della Feitor sulla Vasco diventa realtà. La Ivanova vince in 1:25:41 (nuovo record mondiale), ma non si ferma: pensa di dover fare ancora un giro, e arriva alla porta di maratona mentre entra proprio Ryta Turava che la guarda incredula. Solo allora qualche giudice le dice che la sua gara è già finita, ma lei come se nulla fosse continua il suo giro di pista, con la sua bandiera russa, saltellando di gioia, come se avesse compito una passeggiata in un sentiero cosparso di rose in un bosco.

La Turava chiude in 1:27:95 (record nazionale della Bielorussa). Susana Feitor aggancia il bronzo in 1:28:33, a 3:03 dalla vincitrice ma con la miglior prestazione stagionale, davanti 7” a Maria Vasco, che fino all’ultimo ci aveva creduto. Il quinto e il sesto posto sono appannaggio di due sorprese Barbora Dibelkova (CZE) in 1:29:05 che stabilisce il record nazionale della Czech Republic, e Athina Papayanni (GRE) in 1:29:21. Quest’ultima precede una spenta Elisa Rigaudo e le altrettante spente Claudia Stef (ROM) e Song Hongjuan (CHN). L’australiana Jane Saville, evidentemente fuori condizione, termina 20° in 1:33:44. L’altra italiana in gara Gisella Orsini chiuse in 25° posizione in 1:35:05 (la sua 15° prestazione sulla distanza). Da lei ci si attendeva qualche cosa di più. Delle 47 atlete partite, solamente 35 tagliano il traguardo, 6 sono state le squalificate e 6 sono state quelle che hanno abbandonato.